16/06/2011
Un piano nazionale per tornare al futuro
Domani e sabato, a Genova, il Pd svolge il passaggio conclusivo della Conferenza nazionale per il lavoro. Non è un appuntamento rituale. È la prima assise strutturata del Pd dedicata al lavoro. Il Pd, partito fondato sul lavoro, prende corpo fisicamente, non soltanto in termini di impianto culturale e proposte programmatiche.
L`asse della discussione è imperniato su tre parole intimamente connesse: «Persone, lavoro, democrazia». Il lavoro come snodo tra l`affermazione dell`irriducibile identità individuale della persona e la costruzione delle fondamenta della democrazia effettiva. Il lavoro nel primo scorcio del XXI secolo si esprime in una straordinaria varietà e variabilità di condizioni materiali, storie personali e collettive. Anche conflitti fondati su interessi diversi, non su un`ideologia antagonista come racconta la vulgata reazionaria del ministro Sacconi.
L`emergenza lavoro di tanti figli si intreccia con la disperazione di tanti padri "scartati" ma ancora etichettati come "garantiti" e tanti artigiani, commercianti e professionisti "fuori mercato". Eppure, un tratto comune, sotto traccia, esiste. È la domanda di dignità del lavoro. È la volontà di affermare il lavoro come fonte di dignità della persona e pilastro della Costituzione. E la disponibilità a convergere, nella differenza di interessi, su un progetto di cambiamento progressivo per l`Italia. La sfida per le forze progressiste investe il "senso del lavoro", prima ancora che il piano programmatico. La sfida che la Caritas in veritate di Benedetto XVI, l`analisi più lucida della grande transizione in corso, pone alla politica. È la sfida che raccogliamo: ridefinire il senso del lavoro per affermare, nel quadro di un`economia globale oggi senza re- gole democratiche, un "neo-umanesimo integrale".
È una sfida ambiziosa in una fase di straordinario cambiamento. Il punto politico è: quale cambiamento? Il futuro è già scritto e l`alternativa in campo è resistere o cambiare lungo la strada rivelata dall'amministratore delegato di Fiat, dal ministro Sacconi e dai loro cantori nei media? Il cambiamento è necessario. Ma, l`alternativa è nel segno del cambiamento. Progressivo o regressivo? In altri termini, la politica può Una visione Moderna.
L`interesse di un`azienda è la Combinazione virtuosa tra impresa e lavoro: è un patto non un atto unilaterale e integralista tornare a regolare l`economia o deve rimanere ancella ed eseguire le ricette dettate da ristrette oligarchie economiche e messe in bella forma dalle forze intellettuali dell`accademia e dei media da esse sostenuti? Oggi il lavoro subisce rapporti di forza sfavorevoli come mai è stato nel secolo alle nostre spalle. Il capitale fa shopping globale di lavoro.
Gli strumenti istituzionali, politici e sindacali per affermare il lavoro sono spuntati in quanto chiusi nello Stato nazionale. Così, per lavorare, le persone, prima che le organizzazioni sindacali, devono accettare ulteriore regressione delle condizioni di lavoro. Ma, l`interesse legittimo della proprietà dell`impresa non è l`interesse generale. L`interesse dell`impresa è la combinazione virtuosa di due interessi distinti: la proprietà dell`impresa ed il lavoro. È un patto, non è un atto unilaterale in nome della modernità integralista. Non sono riflessioni astratte. L`impianto culturale orienta gli interessi in campo e seleziona le strade per navigare la transizione in corso. I governi di centro-destra nell'Unione Europea insistono sulla regressione del lavoro.
È ingiusto e non funziona. Al contrario, l`emergenza lavoro, in particolare giovanile e femminile, deve diventare una priorità dell`Unione Europea. In Italia, è urgente un "Piano Nazionale per l`occupazione giovanile e femminile" a cui concorrano, in modo coordinato e sinergico, con obiettivi certi e monitorabili, governo, regioni, province, comuni e parti sociali, da finanziare, ad invarianza di spesa, con fondi europei, nazionali e regionali ed i fondi interprofessionali perla formazione.
Per affrontare le sfide di fronte a noi, dobbiamo comporre un`alleanza tra le persone che lavorano. A partire dall'anello più debole della catena, dall'area sociale che più ha sofferto l`offensiva liberista: il lavoro subordinato, in tutte le sue forme esplicite o coperte da contratto a progetto o Partita Iva. Poi, il lavoro autonomo vero. il lavoro professionale. Il lavoro dell`imprenditore datore di lavoro. Non un blocco sociale omogeneo e statico, ma un`alleanza tra differenze.
L`obiettivo è ricostruire il "legame democratico", come sottolinea Michele Ciliberto, tra le persone che lavorano, una soggettività politica del lavoro quale anima, forza culturale ed etica dell`alternativa politica.
Noi ci siamo. Vogliamo aprire una fase di portata costituente per le riforme. Non ci rassegniamo al declino del lavoro. Vogliamo contribuire a scrivere un futuro di lavoro e di libertà.
Un piano nazionale per tornare al futuro
Domani e sabato, a Genova, il Pd svolge il passaggio conclusivo della Conferenza nazionale per il lavoro. Non è un appuntamento rituale. È la prima assise strutturata del Pd dedicata al lavoro. Il Pd, partito fondato sul lavoro, prende corpo fisicamente, non soltanto in termini di impianto culturale e proposte programmatiche.
L`asse della discussione è imperniato su tre parole intimamente connesse: «Persone, lavoro, democrazia». Il lavoro come snodo tra l`affermazione dell`irriducibile identità individuale della persona e la costruzione delle fondamenta della democrazia effettiva. Il lavoro nel primo scorcio del XXI secolo si esprime in una straordinaria varietà e variabilità di condizioni materiali, storie personali e collettive. Anche conflitti fondati su interessi diversi, non su un`ideologia antagonista come racconta la vulgata reazionaria del ministro Sacconi.
L`emergenza lavoro di tanti figli si intreccia con la disperazione di tanti padri "scartati" ma ancora etichettati come "garantiti" e tanti artigiani, commercianti e professionisti "fuori mercato". Eppure, un tratto comune, sotto traccia, esiste. È la domanda di dignità del lavoro. È la volontà di affermare il lavoro come fonte di dignità della persona e pilastro della Costituzione. E la disponibilità a convergere, nella differenza di interessi, su un progetto di cambiamento progressivo per l`Italia. La sfida per le forze progressiste investe il "senso del lavoro", prima ancora che il piano programmatico. La sfida che la Caritas in veritate di Benedetto XVI, l`analisi più lucida della grande transizione in corso, pone alla politica. È la sfida che raccogliamo: ridefinire il senso del lavoro per affermare, nel quadro di un`economia globale oggi senza re- gole democratiche, un "neo-umanesimo integrale".
È una sfida ambiziosa in una fase di straordinario cambiamento. Il punto politico è: quale cambiamento? Il futuro è già scritto e l`alternativa in campo è resistere o cambiare lungo la strada rivelata dall'amministratore delegato di Fiat, dal ministro Sacconi e dai loro cantori nei media? Il cambiamento è necessario. Ma, l`alternativa è nel segno del cambiamento. Progressivo o regressivo? In altri termini, la politica può Una visione Moderna.
L`interesse di un`azienda è la Combinazione virtuosa tra impresa e lavoro: è un patto non un atto unilaterale e integralista tornare a regolare l`economia o deve rimanere ancella ed eseguire le ricette dettate da ristrette oligarchie economiche e messe in bella forma dalle forze intellettuali dell`accademia e dei media da esse sostenuti? Oggi il lavoro subisce rapporti di forza sfavorevoli come mai è stato nel secolo alle nostre spalle. Il capitale fa shopping globale di lavoro.
Gli strumenti istituzionali, politici e sindacali per affermare il lavoro sono spuntati in quanto chiusi nello Stato nazionale. Così, per lavorare, le persone, prima che le organizzazioni sindacali, devono accettare ulteriore regressione delle condizioni di lavoro. Ma, l`interesse legittimo della proprietà dell`impresa non è l`interesse generale. L`interesse dell`impresa è la combinazione virtuosa di due interessi distinti: la proprietà dell`impresa ed il lavoro. È un patto, non è un atto unilaterale in nome della modernità integralista. Non sono riflessioni astratte. L`impianto culturale orienta gli interessi in campo e seleziona le strade per navigare la transizione in corso. I governi di centro-destra nell'Unione Europea insistono sulla regressione del lavoro.
È ingiusto e non funziona. Al contrario, l`emergenza lavoro, in particolare giovanile e femminile, deve diventare una priorità dell`Unione Europea. In Italia, è urgente un "Piano Nazionale per l`occupazione giovanile e femminile" a cui concorrano, in modo coordinato e sinergico, con obiettivi certi e monitorabili, governo, regioni, province, comuni e parti sociali, da finanziare, ad invarianza di spesa, con fondi europei, nazionali e regionali ed i fondi interprofessionali perla formazione.
Per affrontare le sfide di fronte a noi, dobbiamo comporre un`alleanza tra le persone che lavorano. A partire dall'anello più debole della catena, dall'area sociale che più ha sofferto l`offensiva liberista: il lavoro subordinato, in tutte le sue forme esplicite o coperte da contratto a progetto o Partita Iva. Poi, il lavoro autonomo vero. il lavoro professionale. Il lavoro dell`imprenditore datore di lavoro. Non un blocco sociale omogeneo e statico, ma un`alleanza tra differenze.
L`obiettivo è ricostruire il "legame democratico", come sottolinea Michele Ciliberto, tra le persone che lavorano, una soggettività politica del lavoro quale anima, forza culturale ed etica dell`alternativa politica.
Noi ci siamo. Vogliamo aprire una fase di portata costituente per le riforme. Non ci rassegniamo al declino del lavoro. Vogliamo contribuire a scrivere un futuro di lavoro e di libertà.
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