05/04/2012
Approvato in consiglio provinciale l odg contro la proposta di legge fontana
"approvato con quattordici si e due no, ovvero i consiglieri del Pdl presenti, l'ordine del giorno sulla legge Fontana, già approvato in consiglio comunale a San Gimignano. Qui sotto l'intervento di presentazione del segretario Niccolò Guicciardini, consigliere provinciale del Partito Democratico"
Buonasera a tutti,
la storia per alcuni è un optional, per altri uno strumento da brandire nell'agone politico. In particolare, le drammatiche vicissitudini del nostro Paese durante la seconda guerra mondiale rappresentano un terreno su cui compiere scorribande per alcuni Parlamentari e per storici alla disperata ricerca di visibilità oppure di riscattare, direttamente o indirettamente, un movimento ed un'ideologia che la storia ha sonoramente sconfitto, ha spazzato via dal nostro Paese, ha rinnegato nel profondo. Nel rantolo degli sconfitti, certo non si può ricercare la cura della ricerca storica. Ma tant'é. E quindi, siccome ricordare è l'unico modo per guardare al futuro con fiducia, ne parliamo. Soprattutto perché la fase economica e sociale è drammatica e, in una situazione del genere, senza punti di riferimento saldi e democratici, i rischi si moltiplicano.
Non è questa la sede in cui sviluppare una riflessione approfondita su chi ancora oggi rimpiange quella Repubblica Sociale Italiana che appoggiò e agevolò la barbarie che attraversò il nostro Paese, che addirittura cedette de facto alcuni territori alla Germania e che si macchiò di efferati delitti. Faccio un solo esempio, dei tanti che purtroppo si potrebbero fare: tra il 5 ed il 6 dicembre 1943 a Venezia militari della Repubblica Sociale Italiana arrestarono centocinquanta ebrei. E' stimato che ben il 50% degli ebrei deportati di cui si abbia precisa notizia di chi compì l'arresto (per un terzo non abbiamo fonti certe) fu portato avanti in via esclusiva dalla RSI. Infine, è noto come la grande maggioranza delle forze armate della RSI fu impiegato sul fronte interno, ovvero contro il movimento di Resistenza. In un momento drammatico, molti o furono costretti o per sincero anelito aderirono alla RSI, come ci raccontano tante tesimonianze tra cui mi piace ricordare quel libro scritto a quattro mani da Rosario Bentivegna, scomparso proprio ieri e per questo facciamo le condoglianze alla famiglia, e Carlo Mazzantini che inquadra bene quali sentimenti potevano nascere nell'animo di ciascuno. E' un intersecarsi di milioni di storie personali che non è facile riassumere. E' però molto semplice riassumere il giudizio storico: non è possibile alcuna equiparazione tra chi scelse di fare il partigiano e chi seguì la strada del fascismo e del nazismo. Non si possono confondere i piani: da una parte la libertà e il progresso, dall'altra il regime e le atrocità.
Ora, tutto quello che ho detto non lo troverete nella proposta di legge cui si riferisce il nostro ordine del giorno. I tentativi, finora falliti, di una equiparazione tra partigiani e repubblichini sono stati molti negli ultimi anni. Sono slanci per cambiare con una legge la storia, di riscattare parzialmente un giudizio inappellabile. Questa proposta di legge non esplicita questi aspetti, ma si inserisce a pieno titolo, in modo sottile ma presto smascherato, in questa catena di tentativi.
Mi perdonerete se questo ordine del giorno arriva alla nostra discussione in una fase politica profondamente mutata e che ha visto ad oggi arenarsi il relativo percorso legislativo. Abbiamo deciso di non ritirarlo perché la sua approvazione significa mettere un punto fermo come Consiglio Provinciale e mettersi insieme ai tanti Consigli comunali o provinciali che negli ultimi mesi hanno approvato simile ordine del giorno.
La proposta di legge, di cui è primo firmatario l'Onorevole Gregorio Fontana, prevede nella sostanza che il Ministero della Difesa possa riconoscere, con forte elemento discrezionale, tutte le organizzazioni di 'ex belligeranti' senza alcuna limitazione. Tale riconoscimento prevede anche il finanziamento pubblico a tali organizzazioni. Tanto per capirsi: non c'è scritto, ma il Ministero della Difesa potrebbe tranquillamente riconoscere come meritoria di finanziamento e patrocinio un'associazione di ex combattenti della Repubblica Sociale Italiana.
Io non contesto il fatto che si possa procedere ad una revisione della metodologia di finanziamento delle associazioni ex combattentistiche, che tra il 2009 ed il 2011 hanno ricevuto un milione e mezzo di euro all'anno. Tant'è, e ci verrò subito, che il Partito Democratico ha presentato una proposta di legge in tal senso. Il problema è che si consegna al Ministro della Difesa un compito di vigilanza e controllo non accettabile e che non si fa alcun distinguo tra le associazioni ex combattentistiche.
Per evitare un dibattito che parli di altro, a meno che non si dica chiaramente che sarebbe giusto finanziare le associazioni che fanno riferimento alla RSI, la domanda si restringe ai punti proposti come emendamenti, bocciati in toto dal Pdl, e poi come una ulteriore proposta di legge depositata dal Partito Democratico sul tema.
Primo punto. Va inserito "legittimamente belligeranti". In tal modo sarebbero escluse le associazioni riferite alla RSI che, come è noto, fu riconosciuta solo dalla Germania e da alcuni paesi dell'Asse. Non capisco sinceramente perché non si voglia mettere questa specifica, che peraltro incide anche su altre potenziali rivendicazioni da parte di improbabili associazioni che potrebbero costituirsi.
Secondo punto. La vigilanza del Ministero della Difesa deve essere sullo statuto e non direttamente sulle attività, cosa che rappresenterebbe un'invasione di competenze molto forte. Un conto è la rendicontazione, un conto la vigilanza.
Terzo punto. Le associazioni in questione debbono essere messe sotto l'Alto patronato della Presidenza della Repubblica per sottrarle alla maggioranza di turno.
Forse qualcuno racconterà che questi aspetti sono state dimenticanze, che non c'è tutta questa dietrologia, però il fatto che poco prima della presentazione di questa proposta di legge si sia proposto di abrogare il divieto di ricostituzione del Partito fascista fa un poco pensare, assieme ad altri tentativi fatti nel passato.
Voglio offrire una riflessione a questo Consiglio, citata da una nostra Parlamentare e tratta da "i sommersi e i salvati" di Primo Levi. "Il ricordo di un dramma, patito o inflitto, è esso stesso traumatico, perché richiamandolo duole o almeno disturba: chi è stato ferito tende a rimuovere il ricordo per non rinnovare il dolore; chi ha ferito ricaccia il dolore nel profondo, per liberarsene, per alleggerire il suo senso di colpa. Qui, come in altri fenomeni, ci troviamo di fronte ad una paradossale analogia tra vittima e oppressore e ci preme essere chiari: i due sono nella stessa trappola, ma è l'oppressore, lui solo, che l'ha approntata e l'ha fatta scattare». Un po' quello che accennavo prima sul libro di Bentivegna e Mazzantini e che anche a me ha colpito profondamente: nelle storie personali, intrecciate, difficili di quegli anni si percepisce tutta la difficoltà, la drammaticità delle scelte di ciascuno. Un periodo duro che oggi noi possiamo guardare a distanza, possiamo valutare, ricordare, in una condizione di libertà e democrazia. E questo è il punto: una libertà ed una democrazia che solo chi è stato dalla parte giusta, chi ha combattuto nella Resistenza e nella Liberazione ha perseguito. Per questo qualsiasi tentativo di equiparazione non solo è inaccettabile e in contrasto con l'ispirazione della nostra Costituzione, ma impedisce anche una serena analisi storica dei singoli avvenimenti.
Questo ordine del giorno, come dicevo, è stato approvato in forma simile in molti Consigli Comunali e Provinciali e in questa formulazione è stato approvato nel Consiglio Comunale di San Gimignano, dove inspiegabilmente il Pdl si è astenuto. Inoltre, è a sostegno delle attività e dell'impegno che l'ANPI, Associazione Nazionale Partigiani d'Italia, porta avanti nel nostro Paese e nei nostri territori, peraltro con un'adesione in rialzo fortissimo e che vede tanti giovani, anche qui da noi, iscritti e impegnati in prima linea. Anche per sottolineare una volta in più la sconfitta senza appello di certe ideologie, una sconfitta che deve essere rinnovata giorno dopo giorno per non dimenticare, anche oggi.
Approvato in consiglio provinciale l odg contro la proposta di legge fontana
"approvato con quattordici si e due no, ovvero i consiglieri del Pdl presenti, l'ordine del giorno sulla legge Fontana, già approvato in consiglio comunale a San Gimignano. Qui sotto l'intervento di presentazione del segretario Niccolò Guicciardini, consigliere provinciale del Partito Democratico"
Buonasera a tutti,
la storia per alcuni è un optional, per altri uno strumento da brandire nell'agone politico. In particolare, le drammatiche vicissitudini del nostro Paese durante la seconda guerra mondiale rappresentano un terreno su cui compiere scorribande per alcuni Parlamentari e per storici alla disperata ricerca di visibilità oppure di riscattare, direttamente o indirettamente, un movimento ed un'ideologia che la storia ha sonoramente sconfitto, ha spazzato via dal nostro Paese, ha rinnegato nel profondo. Nel rantolo degli sconfitti, certo non si può ricercare la cura della ricerca storica. Ma tant'é. E quindi, siccome ricordare è l'unico modo per guardare al futuro con fiducia, ne parliamo. Soprattutto perché la fase economica e sociale è drammatica e, in una situazione del genere, senza punti di riferimento saldi e democratici, i rischi si moltiplicano.
Non è questa la sede in cui sviluppare una riflessione approfondita su chi ancora oggi rimpiange quella Repubblica Sociale Italiana che appoggiò e agevolò la barbarie che attraversò il nostro Paese, che addirittura cedette de facto alcuni territori alla Germania e che si macchiò di efferati delitti. Faccio un solo esempio, dei tanti che purtroppo si potrebbero fare: tra il 5 ed il 6 dicembre 1943 a Venezia militari della Repubblica Sociale Italiana arrestarono centocinquanta ebrei. E' stimato che ben il 50% degli ebrei deportati di cui si abbia precisa notizia di chi compì l'arresto (per un terzo non abbiamo fonti certe) fu portato avanti in via esclusiva dalla RSI. Infine, è noto come la grande maggioranza delle forze armate della RSI fu impiegato sul fronte interno, ovvero contro il movimento di Resistenza. In un momento drammatico, molti o furono costretti o per sincero anelito aderirono alla RSI, come ci raccontano tante tesimonianze tra cui mi piace ricordare quel libro scritto a quattro mani da Rosario Bentivegna, scomparso proprio ieri e per questo facciamo le condoglianze alla famiglia, e Carlo Mazzantini che inquadra bene quali sentimenti potevano nascere nell'animo di ciascuno. E' un intersecarsi di milioni di storie personali che non è facile riassumere. E' però molto semplice riassumere il giudizio storico: non è possibile alcuna equiparazione tra chi scelse di fare il partigiano e chi seguì la strada del fascismo e del nazismo. Non si possono confondere i piani: da una parte la libertà e il progresso, dall'altra il regime e le atrocità.
Ora, tutto quello che ho detto non lo troverete nella proposta di legge cui si riferisce il nostro ordine del giorno. I tentativi, finora falliti, di una equiparazione tra partigiani e repubblichini sono stati molti negli ultimi anni. Sono slanci per cambiare con una legge la storia, di riscattare parzialmente un giudizio inappellabile. Questa proposta di legge non esplicita questi aspetti, ma si inserisce a pieno titolo, in modo sottile ma presto smascherato, in questa catena di tentativi.
Mi perdonerete se questo ordine del giorno arriva alla nostra discussione in una fase politica profondamente mutata e che ha visto ad oggi arenarsi il relativo percorso legislativo. Abbiamo deciso di non ritirarlo perché la sua approvazione significa mettere un punto fermo come Consiglio Provinciale e mettersi insieme ai tanti Consigli comunali o provinciali che negli ultimi mesi hanno approvato simile ordine del giorno.
La proposta di legge, di cui è primo firmatario l'Onorevole Gregorio Fontana, prevede nella sostanza che il Ministero della Difesa possa riconoscere, con forte elemento discrezionale, tutte le organizzazioni di 'ex belligeranti' senza alcuna limitazione. Tale riconoscimento prevede anche il finanziamento pubblico a tali organizzazioni. Tanto per capirsi: non c'è scritto, ma il Ministero della Difesa potrebbe tranquillamente riconoscere come meritoria di finanziamento e patrocinio un'associazione di ex combattenti della Repubblica Sociale Italiana.
Io non contesto il fatto che si possa procedere ad una revisione della metodologia di finanziamento delle associazioni ex combattentistiche, che tra il 2009 ed il 2011 hanno ricevuto un milione e mezzo di euro all'anno. Tant'è, e ci verrò subito, che il Partito Democratico ha presentato una proposta di legge in tal senso. Il problema è che si consegna al Ministro della Difesa un compito di vigilanza e controllo non accettabile e che non si fa alcun distinguo tra le associazioni ex combattentistiche.
Per evitare un dibattito che parli di altro, a meno che non si dica chiaramente che sarebbe giusto finanziare le associazioni che fanno riferimento alla RSI, la domanda si restringe ai punti proposti come emendamenti, bocciati in toto dal Pdl, e poi come una ulteriore proposta di legge depositata dal Partito Democratico sul tema.
Primo punto. Va inserito "legittimamente belligeranti". In tal modo sarebbero escluse le associazioni riferite alla RSI che, come è noto, fu riconosciuta solo dalla Germania e da alcuni paesi dell'Asse. Non capisco sinceramente perché non si voglia mettere questa specifica, che peraltro incide anche su altre potenziali rivendicazioni da parte di improbabili associazioni che potrebbero costituirsi.
Secondo punto. La vigilanza del Ministero della Difesa deve essere sullo statuto e non direttamente sulle attività, cosa che rappresenterebbe un'invasione di competenze molto forte. Un conto è la rendicontazione, un conto la vigilanza.
Terzo punto. Le associazioni in questione debbono essere messe sotto l'Alto patronato della Presidenza della Repubblica per sottrarle alla maggioranza di turno.
Forse qualcuno racconterà che questi aspetti sono state dimenticanze, che non c'è tutta questa dietrologia, però il fatto che poco prima della presentazione di questa proposta di legge si sia proposto di abrogare il divieto di ricostituzione del Partito fascista fa un poco pensare, assieme ad altri tentativi fatti nel passato.
Voglio offrire una riflessione a questo Consiglio, citata da una nostra Parlamentare e tratta da "i sommersi e i salvati" di Primo Levi. "Il ricordo di un dramma, patito o inflitto, è esso stesso traumatico, perché richiamandolo duole o almeno disturba: chi è stato ferito tende a rimuovere il ricordo per non rinnovare il dolore; chi ha ferito ricaccia il dolore nel profondo, per liberarsene, per alleggerire il suo senso di colpa. Qui, come in altri fenomeni, ci troviamo di fronte ad una paradossale analogia tra vittima e oppressore e ci preme essere chiari: i due sono nella stessa trappola, ma è l'oppressore, lui solo, che l'ha approntata e l'ha fatta scattare». Un po' quello che accennavo prima sul libro di Bentivegna e Mazzantini e che anche a me ha colpito profondamente: nelle storie personali, intrecciate, difficili di quegli anni si percepisce tutta la difficoltà, la drammaticità delle scelte di ciascuno. Un periodo duro che oggi noi possiamo guardare a distanza, possiamo valutare, ricordare, in una condizione di libertà e democrazia. E questo è il punto: una libertà ed una democrazia che solo chi è stato dalla parte giusta, chi ha combattuto nella Resistenza e nella Liberazione ha perseguito. Per questo qualsiasi tentativo di equiparazione non solo è inaccettabile e in contrasto con l'ispirazione della nostra Costituzione, ma impedisce anche una serena analisi storica dei singoli avvenimenti.
Questo ordine del giorno, come dicevo, è stato approvato in forma simile in molti Consigli Comunali e Provinciali e in questa formulazione è stato approvato nel Consiglio Comunale di San Gimignano, dove inspiegabilmente il Pdl si è astenuto. Inoltre, è a sostegno delle attività e dell'impegno che l'ANPI, Associazione Nazionale Partigiani d'Italia, porta avanti nel nostro Paese e nei nostri territori, peraltro con un'adesione in rialzo fortissimo e che vede tanti giovani, anche qui da noi, iscritti e impegnati in prima linea. Anche per sottolineare una volta in più la sconfitta senza appello di certe ideologie, una sconfitta che deve essere rinnovata giorno dopo giorno per non dimenticare, anche oggi.
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