25/04/2012
L intervento del Sindaco Bassi al 25 Aprile
Intervento del Sindaco di San Gimignano Giacomo Bassi
svolto durante la Celebrazione della Liberazione
San Gimignano 25 Aprile 2012

Autorità civili e militari, Rappresentanze istituzionali, associative e partigiane, Cittadini tutti e turisti che ci onorate della vostra presenza, grazie della vostra partecipazione.
Un grazie sentito alla Sezione ANPI di San Gimignano che, insieme all’ Amministrazione Comunale, ha organizzato, con la consueta energia e passione, il programma di questa celebrazione. Quest’anno la celebrazione del 25 Aprile vede, per la prima volta, 7 Comuni della Valdelsa Senese e Fiorentina (San Gimignano, Poggibonsi, Colle V.Elsa, Monteriggioni, Castelfiorentino, Certaldo e l’Unione comunale del Chianti Fiorentino con i Comuni di Barberino e Tavarnelle) uniti da un Protocollo, firmato a San Gimignano alcune settimane fa, per celebrare appunto in modo unitario la data che segna la Liberazione dell’Italia dall’occupazione nazista e dalla dittatura fascista. Un’iniziativa dal forte valore simbolico, per l’attuazione dei messaggi e dei significati che si celano dietro la lotta per la liberazione. In un periodo come quello attuale è utile e fondamentale ripercorrere con la memoria quei giorni e quello che ne è seguito per il processo di democratizzazione fino all’apice della promulgazione della Carta Costituzionale. Una Carta che, come ha ricordato il Presidente Napolitano, non ha niente da invidiare alle altre ed è la più bella e significativa del mondo. Il 25 Aprile riafferma nella coscienza collettiva del nostro popolo, la difesa di quei valori costituzionali nati proprio dalla lotta di liberazione. Gli stessi valori che siamo chiamati ogni giorno a testimoniare ed a promuovere nel nostro compito di amministratori delle nostre comunità affinché, dopo di noi, tutto ciò sia tramandato ad ogni passaggio generazionale. L’obiettivo comune del Protocollo tra i 7 Comuni è l’organizzazione di eventi per celebrare la Liberazione, con il coinvolgimento delle sezioni Anpi dei rispettivi territori e con la promozione nelle scuole per sensibilizzare le giovani generazioni su pagine importanti del passato. A questo proposito voglio qui ricordare l’altra novità maturata in questi mesi: un protocollo d’intesa siglato venerdì 27 gennaio a San Gimignano tra Amministrazione Comunale, la locale sezione Anpi e l’ Istituto Comprensivo Folgòre da San Gimignano, per non dimenticare la tragedia della guerra, la riconquistata libertà, e per promuovere tra i nostri studenti una cultura di libertà, democrazia, pace e collaborazione tra i popoli. Un’iniziativa cui con la comunità di San Gimignano vuole mandare un forte segnale di rilancio morale e civico, attraverso il coinvolgimento delle scuole. I nostri studenti avranno così l’opportunità di conoscere in modo approfondito il loro passato grazie ad un calendario ricco di momenti formativi tra cui le visite ai luoghi simboli della Resistenza e gli incontri con quei partigiani di San Gimignano che ci aiutano a mantenere viva la memoria storica. Il protocollo è nato dalla stretta collaborazione tra la sezione Anpi di San Gimignano e gli Assessorati alle politiche giovanili e per la tutela dei diritti, che voglio ancora ringraziare per l’idea e per la sua concretizzazione. Nel calendario delle iniziative, sono tanti gli incontri annualmente in programma: la partecipazione organizzata ogni anno alla Marcia della Pace di Assisi; la presenza-studio presso “I Sentieri della Memoria-I Capanni Partigiani”, in località Castagneto. Il 30 novembre, giorno della Festa della Toscana, gli studenti parteciperanno ad una lezione mirata sull’importanza della cancellazione della pena di morte e della giustizia come metodo riabilitativo. Il 27 gennaio il Giorno della Memoria; il 10 febbraio la Giornata del Ricordo. A marzo, in occasione della commemorazione dell’eccidio di Montemaggio, gli studenti visiteranno i luoghi della Resistenza e di quel tragico rastrellamento da parte dei reparti fascisti; nei mesi di marzo e aprile sono in programma l’edizione annuale del Bus della Memoria, istituito dal Comune per accompagnare i ragazzi delle terze medie nei luoghi più significativi della lotta di liberazione (Sant’Anna di Stazzema e Risiera di San Sabba) e la redazione di un numero speciale di un giornalino con i contributi degli studenti che racconteranno le esperienze vissute. Ad aprile gli studenti saranno coinvolti nelle celebrazioni della Liberazione italiana dal nazi-fascismo; a giugno l’Istituto Scolastico ospiterà il resoconto degli studenti sulle diverse attività svolte durante l’anno.
Il 25 Aprile 2012 cade in un momento di grande difficoltà per il nostro paese e per milioni di italiani che, a causa della crisi economica e degli effetti nefasti che essa produce sull’occupazione e sulle famiglie, vivono una condizione di precarietà e di incertezza sul proprio futuro. Sappiamo bene tutti ormai che il nostro Paese, qualche mese fa, è stato sull’orlo di un crack che ci avrebbe condotti dritti dritti in una situazione di insolvenza finanziaria nei confronti dei creditori dell’azienda Italia, che sono coloro che a vario titolo e dimensione, detengono i titoli del nostro debito pubblico. Se ciò si fosse realizzato il nostro Paese avrebbe conosciuto, come quasi settant’anni fa, l’umiliazione, di fronte all’intera comunità internazionale, di dover chiedere aiuto ad altre nazioni, europee e planetarie, per gli errori e le manchevolezze di cui saremmo stati additati di fronte al mondo intero. L’Italia avrebbe conosciuto l’onta del fallimento e della non autosufficienza, così come settant’anni fa conobbe la mortificazione di fronte al mondo, per aver avuto il fascismo e per l’alleanza con la Germania hitleriana. Tutti sappiamo com’è nata l’attuale situazione di depressione economica e sociale che l’Italia sta vivendo: il detonatore di questa situazione è stata certo la crisi finanziaria nata oltreoceano, ma questo detonatore, in Italia, si è innescato in una situazione già esplosiva che covava da anni e che si chiama debito pubblico stratosferico, evasione fiscale alle stelle, criminalità organizzata che controlla diverse aree del Paese, assenza di una vera e prolungata stagione riformatrice e modernizzatrice per la rimozione di incrostazioni e privilegi sedimentati nei decenni: mettiamoci pure un’indole innata nella cultura del nostro popolo, al conservatorismo e alla diffidenza verso il cambiamento. Su questo humus, la crisi finanziaria mondiale e soprattutto la drammatica e sconcertante sottovalutazione, per anni, della crisi, con la quasi ridicolizzazione del fenomeno da parte di chi aveva responsabilità di governo, portata avanti nei primi anni di questa legislatura, hanno fatto il resto. E credo che questo Paese, se ora tenta con difficoltà immani di rialzarsi e di mettersi, quanto meno, in sicurezza rispetto al rischio di fallimento, tutto ciò lo deve alla saggezza, all’autorevolezza di cui gode nel mondo, alla determinazione e alla tenacia del nostro Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al quale, anche da questa piazza, rivolgiamo un caloroso e riconoscente saluto ed un sincero apprezzamento e ringraziamento per come si è posto sulla tolda di comando di un’Italia che stava andando alla deriva.
La situazione in cui siamo immersi, e di cui oggi non riusciamo a vedere la fine, sta acuendo in modo drammatico diversi problemi sociali che l’Italia ha da tempo e che ora rischiano di esplodere se, soprattutto da parte governativa, non si riesce a coniugare il necessario rigore sui conti pubblici con una prospettiva di crescita, in un quadro di necessario ed urgente recupero di un minimo di equità sociale nelle scelte più dolorose e difficili. Quell’equità sociale, che arretra ogni volta che la forbice tra i più ed i meno abbienti si allarga pericolosamente, come sta accadendo in questa fase storica. L’equità sociale è uno dei cardini della nostra Carta Costituzionale, è un concetto chiave della nostra democrazia proprio perché, tra i mali drammatici che il fascismo aveva provocato all’Italia, c’era anche la creazione di una società fortemente disuguale, una società di privilegi, di esclusioni, di una soggiogazione di classe, per non parlare della deriva xenofoba delle leggi razziali. Ecco perché, guardando a quella stagione e celebrando il 25 Aprile, non possiamo non levare un forte grido di allarme affinché, soprattutto in una stagione di sacrifici, questi siano sì fatti da tutti, ma in una misura equa e solidale dove chi più ha farà sacrifici maggiori rispetto a chi, trovandosi in difficoltà, dovrà avere dalla collettività e quindi dallo Stato un aiuto a risollevarsi. Per quanto attiene alla responsabilità di governo di questa comunità sangimignanese e di questo territorio, state certi che l’equità sociale sarà il faro guida nelle scelte, anche non facili, che questa Amministrazione Comunale andrà a fare anche nei prossimi mesi.
Infine vorrei concludere consegnandovi un’ultima riflessione sul tema principale che il 25 Aprile evoca in tutti noi e che rappresenta il dono più prezioso, frutto del sangue innocente versato da migliaia e migliaia di partigiani e di giovani soldati italiani, americani, inglesi, francesi e di molte altre nazionalità: il dono della libertà.
La crisi economica e le ingiustizie sociali che attanagliano la nostra società stanno offuscando ogni giorno di più il concetto di libertà, rendendo questo bene non disponibile per tutti. Non mi riferisco certo alla libertà dello stato sovrano nel rapporto con gli altri stati, ma alla libertà di ciascuno di noi, quella libertà che declinata con le azioni e le aspirazioni delle persone, rendono gli individui più o meno emancipati dal bisogno, sia esso di natura economica oppure riferito alla propria autodeterminazione, oppure connesso alla propria sfera sentimentale e valoriale. Mi chiedo: ma quanto è veramente libero di vivere la propria vita e di autodeterminare la propria situazione personale, un giovane, costretto a peregrinare per anni e anni da un luogo di lavoro all’altro con in mano un contratto di pochi mesi per volta ? Quanto è veramente libera una donna costretta a firmare le dimissioni in bianco che il suo datore di lavoro renderà valide in caso di gravidanza, per non dire di peggio ? Quanto è libero uno studente di poter pianificare la sua formazione e quindi il suo futuro se la sua famiglia, colpita dalla disoccupazione, non può più mantenerlo all’Università ? Quanto è libero un anziano con la pensione minima se, avendo bisogno di fare un esame diagnostico non può che accontentarsi dell’appuntamento del servizio sanitario pubblico, non potendosi permettere un esame più celere a pagamento in una struttura privata ? Di questi esempi ne potremmo fare a decine….Ecco perché il 25 aprile ed i valori che questa data promuove, debbono costituire non solo un esercizio di memoria collettiva, ma soprattutto una dichiarazione di impegno per ciascuno di noi, che crediamo in questi valori, affinché nella buona politica, nel servizio civico in qualsiasi forma si realizzi, nelle istituzioni, in ogni ambito della vita pubblica e comunitaria, la libertà possa conquistare ulteriori spazi e possa declinarsi sempre più con gli altri capisaldi che costituiscono il bagaglio valoriale della nostra convivenza civile, sancito dalla Costituzione: la solidarietà, la sussidiarietà, l’unità nazionale, il lavoro, la famiglia, la giustizia, la pace...
Ecco perché celebrare il 25 aprile non può diventare e non diventerà uno sterile momento di ricordo, ma deve ogni anno essere una giornata di riflessione, di attualizzazione e di impegno per tenere viva la buona battaglia di ogni giorno, contro ogni forma più o meno esplicita di sopraffazione, di riduzione dei diritti, di emarginazione sociale, di ridimensionamento degli spazi di giustizia e di equità.
Viva l’Italia libera e democratica !





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