25-05-2009
UN ANNO DI GOVERNO BERLUSCONI: ECCO QUELLO CHE NESSUNO RACCONTA
Non dà risposte di fronte alla crisi Di fronte alla crisi tutta l’Europa si è mossa. L’Italia no. Forse non tutti sanno che il governo Berlusconi è l’unico a non aver stanziato risorse vere per contrastarla. Lo dice il Fondo Monetario Internazionale: siamo fermi allo 0,2% del Pil contro il 2,3% della Spagna e l’1,6% della Germania, solo per fare due esempi. La realtà è che per sostenere salari e stipendi degli italiani, tra i più bassi d’Europa, le misure del governo sono state del tutto insufficienti. E questo mentre l’UE stima il nostro tasso di disoccupazione, oggi al 6,8%, all’8,8% nel 2009, con previsioni del 9,4% per il prossimo anno. Vorrebbe dire 2 milioni e 300 mila disoccupati, 600 mila più di oggi. ... non è un Paese giusto e solidale Nel nostro Paese gli ammortizzatori sociali non li hanno la metà dei dipendenti del settore privato, vale a dire 7 milioni e mezzo di lavoratori, e non li hanno 3 milioni di persone che lavorano con un contratto precario. Il governo ha ridotto le politiche sociali e la social card è stata un vero fallimento: doveva andare a 1 milione 300 mila cittadini, ma al 5 aprile scorso solo 517 mila carte erano cariche. Per non parlare dei disagi nel suo utilizzo e del fatto che alle risorse destinate alla carta, 450 milioni di cui solo 200 stanziati dal governo, è corrisposta una equivalente riduzione dei trasferimenti per i servizi offerti dai Comuni. La realtà, così, resta quella descritta dall’Istat: a vivere in povertà oggi sono 2 milioni 653 mila famiglie e 7 milioni 542 mila individui. La realtà è quella di una sanità pubblica pesantemente colpita dai tagli: meno risorse per la manutenzione e la costruzione degli ospedali, meno posti letto, meno cura della salute dei cittadini. In compenso dal 1° maggio sono aumentati, anche del 20%, i pedaggi autostradali. Il governo ha regalato una concessione di trent’anni: le tariffe aumentano in base all’inflazione, non più tenendo conto degli investimenti e delle manutenzioni fatte, e cioè dell’attenzione per la sicurezza. Forse non tutti sanno che dietro tante belle parole sul Mezzogiorno, la realtà è che il governo lo colpisce con sistematici tagli agli investimenti infrastrutturali e con la cancellazione del credito d’imposta automatico per le imprese. Ed è realtà il fatto che il Fondo per le aree sottoutilizzate è stato usato come un “bancomat”, dal quale sono stati prelevati 17 miliardi di euro per fare altro, ad esempio per finanziare il taglio dell’Ici per i più ricchi. Non è un Paese per i lavoratori e le famiglie. Forse non tutti sanno che in un Paese in cui un lavoratore su otto è precario, il governo introduce il divieto di reintegro in seguito a sentenza del tribunale e blocca la stabilizzazione dei precari delle pubbliche amministrazioni avviata a suo tempo dal Governo Prodi. E la realtà, così, è che entro luglio perderanno il posto, dopo aver lavorato per anni, più di 50 mila persone. E se una donna lavoratrice vuole diventare madre, oggi più di ieri, rischia di essere licenziata: il governo ha deciso la soppressione della legge, introdotta dal centrosinistra, che evitava la piaga delle “dimissioni in bianco”, quelle pretese dal datore di lavoro al momento dell’assunzione. Forse non tutti sanno che questo è il governo che svuota e rinvia l’entrata in vigore delle norme e della legislazione sulla sicurezza del lavoro, vuole limitare i controlli degli ispettori e ridurre le sanzioni previste per i datori che non osservano la legge. L’Italia, così, continuerà ad avere il terribile record delle morti sul lavoro, le “morti bianche”. Forse non tutti sanno che a non beneficiare del bonus famiglia inserito dal governo nel decreto anticrisi sono proprio le famiglie numerose, meno 7 miliardi da qui al 2010. Forse non tutti sanno che il governo ha smantellato le norme per contrastare l’evasione fiscale e ha dimezzato le sanzioni per chi evade. Le conseguenze reali? Le entrate dello Stato sono crollate, i disonesti continuano a non pagare le tasse e milioni di italiani perbene sono sempre più tartassati, visto che la pressione fiscale è al livello più alto degli ultimi dieci anni. ... non è un Paese per giovani. Il governo non vede una realtà che ogni paese europeo mette al primo posto: i giovani, con il loro sapere, sono la chiave per entrare nel futuro. In un settore decisivo come quello dell’istruzione taglia con l’accetta e alla cieca. Gli insegnanti e i professori sono un numero da far quadrare. Gli edifici scolastici un problema secondario. Il maestro unico e il voto in condotta uno specchietto per le allodole per nascondere che nella scuola e nel domani non si crede e non si investe. Forse non tutti sanno che le uniche misure riservate all’Università italiana sono stati i tagli per oltre un miliardo e mezzo e il blocco del turn over. La realtà continua ad essere quella di un Paese che è “maglia nera” per numero dei giovani laureati e che investe in ricerca e sviluppo la metà di quanto in media non si faccia nel resto d’Europa. ... non è un Paese per l’ambiente. La realtà, nei grandi paesi d’Europa, è che l’ambiente è un bene da tutelare, non da saccheggiare. In Italia, e solo da noi, c’è invece un governo che promuove in materia urbanistica la deregulation, presenta un piano casa nato senza alcuna preoccupazione per la qualità del territorio e la sicurezza degli edifici, cerca di eliminare le agevolazioni per gli interventi sul risparmio energetico delle abitazioni. La realtà è che di fronte alla crisi, l’ambiente è un’opportunità per crescere e creare nuovi posti di lavoro, non un problema. Nel nostro Paese, invece, c’è un governo che non si preoccupa dei cambiamenti climatici, si avventura in un generico ritorno al nucleare, riduce gli incentivi per le fonti rinnovabili, deprime le piccole e medie imprese che operano nel campo dell’innovazione ambientale.

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