04-08-2010
SIENA CARBON FREE: COME SVILUPPARE LA GREEN ECONOMY IN PROVINCIA DI SIENA
Per il quinto appuntamento di dibattito, nell’ambito della Festa Nazionale degli Ecologisti Democratici a San Gimignano, si è parlato ieri sera di economia verde in ambito territoriale affrontando il tema: “Siena carbon free: come sviluppare la green economy diventando la prima provincia a bilancio di emissioni zero”. Ospiti della serata, a forte connotazione territoriale, sono stati: Simone Bezzini, Presidente della Provincia di Siena, Luca Ceccobao, Assessore Infrastrutture e Trasporti della Regione Toscana, Franco Dominici, Commissione Sviluppo Sostenibile Confindustria, a coordinare il dibattito Umberto Trezzi degli Ecologisti Democratici di Siena. Dopo un breve accenno alla figura di Enzo Tiezzi, scienziato senese scomparso recentemente che ha contribuito fortemente allo sviluppo di una cultura sulla green economy, Umberto Trezzi ha passato subito la parola al Presidente della Provincia al quale è stato chiesto di illustrare a grandi linee il progetto Carbon Free. Il progetto in questione, sottolinea il Presidente essere nato verso la metà del duemila, grazie soprattutto ai contributi offerti in ambito scientifico da figure come Enzo Tiezzi e dai sostegni economici ricevuti per la sua realizzazione, ricordando la Fondazione Monte dei Paschi, la stessa Provincia, Regione, fino allo Stato. L’obiettivo del progetto è quello di portare la provincia di Siena entro il 2015 a presentare un saldo di bilancio di emissioni (CO2) pari a 0. Il tentativo, come azione originale in tutta Europa, mostra già oggi i primi risultati, avendo raggiunto una soglia dell’80% di emissioni 0 in vista del 2015 che dovrebbe così toccare il 100%. I risultati ottenuti da questo progetto avanguardistico, hanno potuto contare, come ci tiene a sottolineare il Presidente di enormi vantaggi che la Provincia di Siena possiede a confronto di altre realtà nazionali, essendo un territorio che ha una grande superficie di boscato, ha al suo interno diverse realtà geotermiche, è un’area poco densamente abitata e con un basso tasso di industrializzazione e quindi sono stati diversi gli elementi che hanno indotto a valutare questa provincia come il teatro migliore per un progetto simile. La sua analisi si spinge infine a considerare il progetto Carbon Free, come nuovo elemento di promozione del territorio che può diventare un marchio di attrazione per i turisti, offrendo la possibilità di un ritorno d’immagine forte per l’intera area. All’Assessore Ceccobao, il coordinatore Trezzi chiede cosa può fare la Regione sui dati della mobilità che tanto condizionano il bilancio delle emissioni di CO2. La sua risposta parte dall’esempio virtuoso della provincia di Siena, che messo in pratica un progetto partito da un’intuizione e da una volontà locale che mettono in luce la positività del concetto di autonomia, quando persegue obiettivi condivisi. La Regione Toscana, dice l’assessore, dovrà compiere scelte coraggiose e responsabili intorno al tema della mobilità, affinché il servizio pubblico diventi il fulcro dell’intera mobilità regionale ad oggi troppo sfruttata da mezzi individuali. Parla di alta velocità per alcune tratte di treni interni, per accorciare i tempi di percorrenza, migliorare i servizi di mobilità su gomma, ma soprattutto in vista di uno sviluppo reale del settore saranno necessari grandi investimenti sulle infrastrutture come elemento necessario per la concorrenza e la competitività. L’intervento conclusivo spetta all’imprenditore locale Franco Dominici che rappresenta Confindustria nel dibattito. Ci tiene a sottolineare che le industrie stanno guardando con molta attenzione al settore della green economy vedendo in esso una grande opportunità. Ma la sua disamina arriva ad una conclusione precisa, ovvero: troppo spesso si pensa che l’industria sia una delle maggiori fonti di inquinamento dell’ambiente, ma non abbiamo compreso che il vero cambiamento auspicabile verso un futuro sostenibile deve passare obbligatoriamente per azioni individuali. Le industrie sono oggi controllate fino al midollo (anche se non tutte) e quindi un vero cambiamento di rotta è possibile grazie ad una revisione totale dei nostri consumi individuali e conclude dicendo -Torniamo alle origini e torniamo ad amare l’ambiente, solo così potremo sperare in un futuro migliore!-
SIENA CARBON FREE: COME SVILUPPARE LA GREEN ECONOMY IN PROVINCIA DI SIENA
Per il quinto appuntamento di dibattito, nell’ambito della Festa Nazionale degli Ecologisti Democratici a San Gimignano, si è parlato ieri sera di economia verde in ambito territoriale affrontando il tema: “Siena carbon free: come sviluppare la green economy diventando la prima provincia a bilancio di emissioni zero”. Ospiti della serata, a forte connotazione territoriale, sono stati: Simone Bezzini, Presidente della Provincia di Siena, Luca Ceccobao, Assessore Infrastrutture e Trasporti della Regione Toscana, Franco Dominici, Commissione Sviluppo Sostenibile Confindustria, a coordinare il dibattito Umberto Trezzi degli Ecologisti Democratici di Siena. Dopo un breve accenno alla figura di Enzo Tiezzi, scienziato senese scomparso recentemente che ha contribuito fortemente allo sviluppo di una cultura sulla green economy, Umberto Trezzi ha passato subito la parola al Presidente della Provincia al quale è stato chiesto di illustrare a grandi linee il progetto Carbon Free. Il progetto in questione, sottolinea il Presidente essere nato verso la metà del duemila, grazie soprattutto ai contributi offerti in ambito scientifico da figure come Enzo Tiezzi e dai sostegni economici ricevuti per la sua realizzazione, ricordando la Fondazione Monte dei Paschi, la stessa Provincia, Regione, fino allo Stato. L’obiettivo del progetto è quello di portare la provincia di Siena entro il 2015 a presentare un saldo di bilancio di emissioni (CO2) pari a 0. Il tentativo, come azione originale in tutta Europa, mostra già oggi i primi risultati, avendo raggiunto una soglia dell’80% di emissioni 0 in vista del 2015 che dovrebbe così toccare il 100%. I risultati ottenuti da questo progetto avanguardistico, hanno potuto contare, come ci tiene a sottolineare il Presidente di enormi vantaggi che la Provincia di Siena possiede a confronto di altre realtà nazionali, essendo un territorio che ha una grande superficie di boscato, ha al suo interno diverse realtà geotermiche, è un’area poco densamente abitata e con un basso tasso di industrializzazione e quindi sono stati diversi gli elementi che hanno indotto a valutare questa provincia come il teatro migliore per un progetto simile. La sua analisi si spinge infine a considerare il progetto Carbon Free, come nuovo elemento di promozione del territorio che può diventare un marchio di attrazione per i turisti, offrendo la possibilità di un ritorno d’immagine forte per l’intera area. All’Assessore Ceccobao, il coordinatore Trezzi chiede cosa può fare la Regione sui dati della mobilità che tanto condizionano il bilancio delle emissioni di CO2. La sua risposta parte dall’esempio virtuoso della provincia di Siena, che messo in pratica un progetto partito da un’intuizione e da una volontà locale che mettono in luce la positività del concetto di autonomia, quando persegue obiettivi condivisi. La Regione Toscana, dice l’assessore, dovrà compiere scelte coraggiose e responsabili intorno al tema della mobilità, affinché il servizio pubblico diventi il fulcro dell’intera mobilità regionale ad oggi troppo sfruttata da mezzi individuali. Parla di alta velocità per alcune tratte di treni interni, per accorciare i tempi di percorrenza, migliorare i servizi di mobilità su gomma, ma soprattutto in vista di uno sviluppo reale del settore saranno necessari grandi investimenti sulle infrastrutture come elemento necessario per la concorrenza e la competitività. L’intervento conclusivo spetta all’imprenditore locale Franco Dominici che rappresenta Confindustria nel dibattito. Ci tiene a sottolineare che le industrie stanno guardando con molta attenzione al settore della green economy vedendo in esso una grande opportunità. Ma la sua disamina arriva ad una conclusione precisa, ovvero: troppo spesso si pensa che l’industria sia una delle maggiori fonti di inquinamento dell’ambiente, ma non abbiamo compreso che il vero cambiamento auspicabile verso un futuro sostenibile deve passare obbligatoriamente per azioni individuali. Le industrie sono oggi controllate fino al midollo (anche se non tutte) e quindi un vero cambiamento di rotta è possibile grazie ad una revisione totale dei nostri consumi individuali e conclude dicendo -Torniamo alle origini e torniamo ad amare l’ambiente, solo così potremo sperare in un futuro migliore!-
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